La risposta delle Banche centrali al Coronavirus
Mentre il Coronavirus prosegue la sua diffusione nelle diverse aree geografiche, il numero delle istituzioni che hanno tagliato le previsioni di crescita per il 2020 aumenta sempre di più. Ad esempio questa settimana si è aggiunta l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), che ha rivisto al ribasso il tasso di crescita dei PIL nel 2020, sia per Paesi sviluppati che per quelli emergenti. Secondo l’Organizzazione internazionale, dunque, il PIL mondiale dovrebbe abbassarsi di 0,5 punti, dal 2,9% al 2,4%, rispetto alla stima dello scorso Novembre (si veda il grafico).
Ma a fronte dei danni dell’epidemia, come stanno rispondendo i soggetti che possono sostenere concretamente l’economia? Questa settimana si è riunito il G7 (composto dai sette Stati economicamente più avanzati) per discutere sulle misure da adottare per limitare l’impatto del Coronavirus, sia attraverso politiche fiscali che monetarie. A margine del meeting, tuttavia, non sono emersi dettagli su misure di espansione fiscale, ma d’altra parte, invece, alcuni banchieri centrali hanno già fatto le prime mosse. Infatti, per la prima volta dal 2008 la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse al di fuori di una riunione ordinaria, abbassando il costo del denaro di mezzo punto percentuale e portando così il corridoio dei tassi tra l’1% ed l’1,25%. Invece la BCE, secondo alcuni analisti, probabilmente non taglierà ulteriormente il tasso sui depositi, in quanto è già negativo al -0,50% e ulteriori riduzioni potranno andare ad incidere sui conti degli istituti di credito. Anche dal Giappone arrivano promesse rassicuranti. La BOJ (Bank of Japan) ha dichiarato che prenderà tutte le misure necessarie per sostenere il sistema economico, ritenendosi pronta ad allentare ulteriormente la sua politica monetaria ultra-espansiva, che ad oggi prevede un corridoio dei tassi di interesse tra il -0,1% e lo 0%. A seguito della BOJ, anche la BOE (Bank of England) ha promesso che si muoverà rapidamente per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, al fine di proteggere la stabilità finanziaria e monetaria. Invece la Banca centrale cinese, la People Bank’s Of China, già da settimane sta sostenendo l’economia cinese, attraverso significative iniezioni di liquidità , prestiti speciali e tagli ai costi dei finanziamenti a medio termine. E questo, unito ad una leggera ripresa delle attività produttive, sembra che stia aiutando molto le Borse cinesi. Si osservi che, dopo il crollo di quasi 8 punti percentuali alla riapertura delle negoziazioni post-Capodanno cinese, ad oggi la Borsa di Shanghai ha recuperato le perdite, registrando una performance del +0,7%. In ogni caso, dato che l’impatto del Coronavirus sull’economia globale sarà rilevante, si ritiene che le sole politiche monetarie non saranno sufficienti. Sarà necessario che gli Stati diano luogo a degli stimoli fiscali coordinati per sostenere le aziende e che assicurino ai sistemi sanitari le risorse necessarie per contenere l’epidemia (per es. la Germania potrebbe iniziare ad usare il surplus di bilancio).
Fonti: Bloomberg, Milano Finanza, Sole24Ore, OCSE
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Nota settimanale 06 03 2020
- Panoramica macro
- La risposta delle Banche centrali al Coronavirus
- Green? Supergreen!