Petrolio
Nel mese di ottobre il petrolio è sceso di circa il 14%, con uno scivolone del Brent a 72 dollari al barile e del WTI a 63.
Il fattore più incisivo riguarda l’incertezza su un possibile rallentamento della crescita della domanda globale nel 2019, causa principale della volatilità sui mercati. In vista dell’imminente meeting del 6 Dicembre, ci si attende che l’Opec, in caso di prezzi del petrolio vicini ai 70 dollari, cercherà di favorire un movimento rialzista, data l’attenuazione delle pressioni provenienti da Trump. Mesi fa il presidente americano è stato protagonista di alcuni tweet in cui accusava l’Opec di mantenere i prezzi «artificialmente» alti. Da questo lunedì sono scattate le sanzioni Usa nei confronti dell’Iran, che potranno causare un ulteriore calo del prezzo, ma che potrebbe essere mitigato da un’apertura di Trump, in quanto l’amministrazione ha stilato una lista di otto paesi esentati, tra i quali l’Italia, a cui sarà permesso di importare, in quantità limitate, petrolio iraniano. Perciò sono aumentate le stime delle esportazioni dall’Iran, dagli 1,2 -1,4 ipotizzati ai 1,7 milioni di barili giornalieri. Inoltre si ritiene che la capacità di cuscinetto dell’Opec, ridottasi rispetto ai livelli massimi del 2016, possa essere cruciale nel colmare il gap, vista la probabile e graduale perdita di barili iraniani per via delle sanzioni.
Altro elemento su cui porre l’attenzione è la produzione di Shale Oil, poiché i dati sulla produzione sono stati positivi, superando le aspettative.

Le esportazioni dall’Arabia Saudita rimangono stabili, tuttavia non in grado di compensare le riduzioni di Iran e Venezuela.
Altro motivo di tensione sui mercati del petrolio è stato il graduale aumento delle scorte cinesi per via della crescente domanda in ottobre, proseguendo il trend in salita delle importazioni da giugno raggiungendo +25%. Da segnalare la discesa delle esportazioni di petrolio via mare dagli Usa verso la Cina iniziata a metà anno a seguito dell’applicazione di un dazio del 10% su un valore complessivo di 200 miliardi di prodotti cinesi nel mese di settembre. Per i prossimi 6-9 mesi ci si attende che il prezzo del petrolio possa ritornare su livelli più alti, fino a toccare i 90$, a meno di un rallentamento generalizzato dell’economia globale.
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Mercati nota settimanale – 09 11 2018
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