I nodi da sciogliere in USA: shutdown e dazi
Questa settimana su Rai – Radiotelevisione Italiana abbiamo discusso di due fattori che creano volatilità sui mercati e che coinvolgono gli Stati Uniti, ovvero lo shutdown e la guerra commerciale USA-Cina. Il nostro commento settimanale sull’andamento dei mercati a @Rai – Ratiotelevisione Italiana.
- Per shutdown si intende il blocco che scatta ogni volta che il Congresso non riesce ad approvare la legge di bilancio e il rifinanziamento delle varie attività amministrative. Questo causa la parziale chiusura o sospensione delle attività federali, ad eccezione di quelle giudicate essenziali. L’ultimo shutdown, dovuto al tanto contestato finanziamento di 5,7 miliardi per il muro al confine col Messico, è terminato il 25 Gennaio, dopo oltre un mese, e grazie all’approvazione della legge bipartisan che finanzia il governo fino a Settembre. Inoltre, dato che Trump non ha mai messo da parte l’idea di costruire un muro, aveva segnalato di poter allentare la richiesta di 5,7 miliardi di dollari, grazie a possibili fonti di finanziamento alternative da ricercare tra le maglie del bilancio, ma il Congresso non ha dato il suo consenso. In particolare, la legge approvata prevede finanziamenti per oltre 300 miliardi di dollari al Dipartimento per la sicurezza nazionale e conferma l’accordo raggiunto sullo stanziamento di circa 1,4 miliardi di dollari per la costruzione di un reticolato, anziché un muro, lungo il confine tra USA e Messico. Ma alla fine sembra evidente che il presidente stia optando per firmare la legge antishutdown, anche se non gli concede i fondi per il muro. Infatti, egli intende ottenerli attraverso la dichiarazione di emergenza nazionale al confine sud, portando così l’ammontare per l’opera a 8 miliardi di dollari, scavalcando di fatto il Congresso.
- Sul fronte dazi sembra esserci un velo di ottimismo. Al G-20 di Dicembre è stata siglata una tregua secondo cui le parti hanno tempo fino al primo marzo per trovare un accordo, altrimenti scatterà l’aumento dei dazi USA dal 10% al 25% su un controvalore di 200 miliardi di prodotti cinesi. Tuttavia, Trump starebbe valutando un’estensione di 60 giorni della scadenza della tregua e, secondo quanto riportato dal presidente cinese Xi-Jinping, settimana prossima si terrà un incontro a Washington per portare avanti dei negoziati che, a suo dire, sta procedendo positivamente. Al momento i dazi hanno portato sia minori importazioni che esportazioni da parte della Cina e questo ha danneggiato anche i paesi europei, quindi la finalizzazione del deal sicuramente gioverebbe all’Unione Europea. Invece l’America viaggia in territorio positivo anche per effetto del dato sull’inflazione che non dovrebbe cambiare le prospettive sui tassi. Si ritiene importante tuttavia prestare attenzione alla forza del mercato del lavoro americano: se il tasso di disoccupazione dovesse continuare a scendere e l’inflazione salire, esiste sempre la possibilità che la FED possa rivedere la sua politica di rialzo dei tassi di interesse.
Fonti: Sole 24 Ore, Bloomberg
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Mercati nota settimanale – 15 02 2019
- Panoramica macro
- I nodi da sciogliere in USA: shutdown e dazi
- Dubai: Expo 2020
- Cyber security