Rallentamento globale: le ultime dalle banche centrali
Già dalla fine dello scorso anno le stime indicavano l’imminente arrivo di un rallentamento economico su scala globale e, nel bel mezzo delle ondate di volatilità sui mercati, stiamo entrando nel vivo di questa situazione. Le banche centrali hanno detto la loro, orientatosi perlopiù sull’applicazione di una politica monetaria espansiva, al fine di sostenere l’economia e i mercati. Vediamo i punti di vista delle principali.
FED
Se ad Ottobre 2018 i dot plot lasciavano presagire la possibilità di due rialzi dei tassi nell’anno corrente, ora la situazione si è capovolta. Entro fine 2019 ci si attende almeno un taglio, da quanto emerso dalle dichiarazioni della FED di questa settimana. Alla fine dello scorso anno, con l’inversione a U, ha interrotto di fatto il percorso di normalizzazione dei tassi, dichiarando di assumere un atteggiamento più paziente, attento all’andamento dei dati economici. Ma a fronte del proseguimento della guerra commerciale, le incertezze sulle prospettive economiche sono aumentate, gli investimenti sono in calo e inoltre l’inflazione è bloccata al di sotto del livello target del 2%. Quindi nell’immediato ancora nessun taglio e l’atteggiamento rimane “wait and see”, però in preparazione di una politica monetaria più accomodante.
BCE
Quella che emerge dal discorso di Draghi tenutosi a Sintra questa settimana è una BCE in parte rinnovata, con prospettive di un ulteriore taglio del tasso sui depositi (ricordiamo che è già negativo) e addirittura una nuova iniezione di liquidità, ritornando al Quantitative Easing. Il tutto, a favore una politica monetaria simmetrica, ovvero orientata al raggiungimento di un tasso di inflazione leggermente sopra a quello target (2%), affinchè possa essere sostenuto nel medio termine.
BOE
La Bank of England rinnova il warning sui rischi al ribasso dell’economia UK post-Brexit e sulle tensioni commerciali, lasciando aperte le porte per il futuro alle tutte le strade. Al momento ha lasciato invariati i tassi, mantenendo in attesa degli sviluppi sulla Brexit, che sembra cominciare ad avere effetto, dato che le previsioni sulla crescita per il secondo trimestre sono state tagliate a zero. Il mercato si attende che la Banca Centrale UK adotterà una politica accomodante, data la reazione alle dichiarazioni con un ribasso della sterlina e nuovi acquisti sui GILT.
Se dovesse aprirsi una nuova fase di politica monetaria espansiva, come si muoveranno i mercati? Da un lato la maggiore liquidità nel mercato potrebbe essere utilizzata dagli investitori per ricercare rifugio nel comparto obbligazionario, ma dall’altro i tassi bassi potrebbero spingerli a cercare valore nell’equity. Quindi i nuovi flussi potrebbero pompare i listini azionari, ma attenzione ai dati macroeconomici. Se quelli che usciranno in futuro dovessero deludere, potremmo assistere ad una frenata delle performance, che da inizio anno risultano significativamente positive. Pertanto, nell’ottica di strategia di portafoglio, si suggerisce cautela nell’esposizione azionaria, non tanto riducendo le posizioni in essere, ma andando ad effettuare un’attenta selezione dei titoli, previlegiando quelli difensivi e quelli che si focalizzano sui trend profittevoli di lungo periodo, in grado di essere anti-ciclici, quindi di recuperare dai forti momenti di ribasso che possono caratterizzare i mercati nelle fasi di alta volatilità.
Fonti: Bloomberg, Sole 24 Ore, Milano Finanza
Di seguito l’ultima nota settimanale del nostro ufficio di Milano.
Nota settimanale 21 06 19
- Panoramica macro
- Italia: l’economia contro la solidità delle banche
- Rallentamento globale: le ultime dalle Banche centrali